lunedì 8 agosto 2016

Confusione Manciniana

Dopo 20 mesi sulla panchina dell'Inter, tra poche gioie e tante delusioni, Roberto Mancini ha rassegnato le dimissioni da allenatore dell'Inter. Troppe incomprensioni con la nuova proprietà cinese di Suning, che ha rifiutato le richieste sul mercato dell'allenatore di Jesi per intraprendere un progetto basato su giovani di belle speranze che su giocatori fatti e finiti come desiderava Mancini. Finisce quindi la seconda era Manciniana che non ha fatto rivivere ai nerazzurri i fasti degli anni prima, ma che non si può nemmeno dire completamente fallimentare.


Personalmente, da calciatore, Roberto Mancini mi ha sempre affascinato: da bambino sarebbe stato il numero 10 per la mia rosa ideale pure a 90 anni, invece il Mancini allenatore non ha mai incontrato la mia stima. Ho sempre visto questo Mancini come un allenatore in grado di vincere solo con i campioni in rosa e che nella sua carriera non ha mai avuto basi solide nella rosa e quindi quando nel lontano Novembre 2014 fu annunciato il suo ritorno storsi un po' il naso; infatti mi sembrava più una mossa nostalgica per tranquillizzare i tifosi in un periodo non facile della stagione, ma ero comunque curioso di vedere come si sarebbe comportato Mancini al ritorno in Italia in una società che non era più solita spendere le stesse cifre del Manchester City e che non spendeva gli stessi soldi dell'epoca Moratti. Dopo un primo anno di assestamento con una squadra mediocre e che non si poteva realmente definire "di Mancini", la stagione 2015/16 sembra essere l'inizio di una nuova Inter: la società spende molto sul mercato per accontentare al meglio il tecnico e all'inizio della stagione ci troviamo di fronte a un Inter rivoluzionata rispetto all'anno precedente a cui da lì a pochi giorni verranno aggiunti Perisic, Felipe Melo e Telles (esplicite richieste di Mancini). E nonostante, i vari flop come il già citato Melo per esempio, abbiamo in rosa giocatori che solo un anno prima potevamo vedere con la maglia dell'Inter solo a FIFA: Miranda, Perisic, Kondogbia sono stati oggetto di grandi investimenti e sono sembrati il segno che la società volesse veramente proporsi per la lotta allo Scudetto o almeno per la Champions League e volenti e nolenti, molti di questi acquisti "prestigiosi" sono frutto anche del nome di Roberto Mancini, come se fosse una sorta di garanzia.

La nuova Inter si prende a sorpresa il primo posto in classifica complice anche il disastroso inizio della Juventus e un pizzico di fortuna, ma nonostante ciò la confusione tattica di Mancini persiste e andrà avanti fino al termine della stagione in quanto l'Inter non ha mai avuto una chiara idea della formazione titolare e questa confusione tattica, oltre che mentale, si manifesta nel disastroso mese di Gennaio che segna la fine dei sogni Scudetto e mette le basi per la morte dell'obiettivo Champions League e il simbolo principe di questa confusione è rappresentata nel Derby dove Davide Santon viene ripescato dal dimenticatoio dove era finito per giocare da titolare la partita più importante della stagione. Inoltre nella stessa partita, il capitano (e quindi, almeno per logica, il giocatore più rappresentativo della squadra) viene lasciato in panchina in favore di uno Jovetic che non era più quello delle prime giornate: insomma, una confusione tattica sempre presente che non ha mai giovato ai giocatori e nemmeno all'Inter.

In Gennaio, infatti, possiamo osservare chiaramente il tracollo del club con un Mancini che si dimostra pure più nervoso davanti ai microfoni e non risparmia frecciatine ai suoi stessi giocatori creando quindi un clima di tensione riguardo anche alla sua permanenza, ma non per dubbi della società, ma per dubbi di Mancini stesso sul club: un qualcosa forse troppo sottovalutata, ma che ha dell'incredibile anche perché dopo un tracollo del genere (da primi a +6 a Natale a -13 dalla Roma terza a fine anno) un tecnico dovrebbe più temere per il proprio posto che chiedere garanzie e questo atteggiamento ci porta ad oggi dove le continue richieste rifiutate dalla nuova società di Suning hanno portato Mancini a lanciare varie frecciatine alla nuova società e a Thohir stesso con atteggiamenti da primadonna e che sembravano dire che Mancini ci stesse facendo un favore, anziché essere qua per amore dell'Inter.

Ed oggi eccoci, a due settimane dall'inizio della Serie A, con un nuovo allenatore che dovrebbe essere Frank De Boer che si presenta per la prima volta nel campionato italiano senza sapere una parola di italiano e con una squadra non sua e anche se come me volevate Mancini fuori, non potete negare che sono stati sbagliati i tempi della rescissione e ciò è simbolo di una seconda era che è definibile con una sola parola: confusione.

Nessun commento:

Posta un commento